Il crowdfunding “alla europea” sbarca in Italia. Ulule, la piattaforma di crowdfunding reward- based lanciata in Francia nel 2010, fa il suo debutto nel nostro mercato con due nuove sedi a Milano e Roma. In sette anni di attività il portale ha messo a segno un milione e mezzo di utenti e 17mila progetti finanziati, per un totale di 74 milioni di euro raccolti.
Ma a svettare è la «percentuale di successo», la quota di progetti che raggiungono l'obiettivo di finanziamento: il 67% del totale, contro il 35% collezionato da un colosso Usa come Kickstarter. Ulule, per sua policy, finanzia solo le iniziative che hanno centrato il cosiddetto goal (obiettivo di raccolta) entro i termini stabiliti. I progetti che sono riusciti a imporsi sul portale spaziano tra musica, design, moda, con incursioni nelle tecnologie anti-inquinamento e nei festival culturali.
Cos'è il crowdfunding reward-based e come funziona Ulule
Il crowdfunding reward-based è, tecnicamente, una forma di raccolta fondi dal basso (crowdfunding) basato su una ricompensa (reward-based). Gli utenti sostengono economicamente un progetto con l'obiettivo di riceverne una ricompensa, che in genere varia a seconda della donazione effettuata. La formula è utilizzata dalle principali piattaforme sul mercato, come la stessa Kickstarter, Indiegogo e GoFoundMe.
Quanti capitali si muovono? Secondo dati aggiornati al febbraio 2017 la sola Kickstarter ha raccolto nei suoi vari progetti un totale di circa 2 miliardi di dollari, grazie ai picchi raggiunti da exploit come quelli dello smartwatch Pebble Time (20,3 milioni di dollari) e “Coolest cooler”, il frigorifero con altoparlanti bluetooth che è riuscito ad aggiudicarsi 13 milioni di dollari. Ulule viaggia su cifre molto più modeste, se si considera che il finanziamento medio supera di poco i 4mila euro contro i 10mila dollari della concorrenza americana
In compenso la quota di progetti di successo è lievitata al 67% del totale, oltre il doppio degli standard dei grandi siti di finanziamento Usa.
Cosa fa la differenza? Al di là del bacino molto più piccolo di progetti, Ulule ricollega il tasso di successo al suo servizio di tutoring: un'assistenza ad hoc per aiutare i progettisti a pianificare la propria campagna, personalizzandola a seconda degli obiettivi. «La differenza è che riponiamo un'attenzione maniacale nei progetti: non esiste che un prodotto vada online senza un percorso di coaching individuale» dice al Sole 24 Ore Fabio Simonelli, general manager di Ulule Italia. Una differenza di metodo che si rispecchia, anche, sui volumi medi di finanziamento: «Trattandosi di progetti seguiti “one to one” i finanziamenti finiscono per essere più piccoli, ma contiamo di accelerare ed arrivare a livelli più elevati» dice Simonelli.
«Vogliamo il mercato italiano entro sei mesi»
Tra le iniziative italiane finanziate su Ulule ci sono filtri portatili contro l'acqua inquinata (Drop99) e dispositivi indossabili per segnalare autovelox e curve rischiose ai guidatori (Woolf), ma anche festival culturali come Ratatà (evento sui fumetti indipendenti in cantiere a Macerata), documentari (Vinilici, un racconto sul mondo del vinile) e centri di produzione artistica (Mare culturale urbano). Ora l'ambizione del gruppo è di allargarsi fino alla leadership sul nostro mercato. Secondo numeri dell'azienda di settore Starteed, le piattaforme attive in Italia hanno raccolto un totale di 90 milioni di euro dalla loro nascita ad oggi.
«Contiamo di prenderci il mercato italiano nei prossimi sei mesi. Un obiettivo realizzabile proprio perché concorrenti come Kickstarter e Indiegogo non sono presenti con delle sedi» dice Simonelli. La piattaforma si sta promuovendo anche attraverso alcune partnership, come quelle siglate con gli incubatori Luiss Enlabs (Roma) e Polihub (Milano), rispettivamente associati alla Luiss di Roma e al Politecnico di Milano. «La vera differenza è data dall'essere sul territorio – dice Simonelli - Lo testimoniano le nostre partnership, e ora puntiamo a consolidarci in tempi rapidi».
FONTE: Alberto Magnani per sole24ore.com
PegasoPerformance
giovedì 30 marzo 2017
SITUA:La startup delle feste in casa
Diego Banovaz, CEO di Situa |
E’ un progetto partito il 21 gennaio 2017, che in pochi mesi di attività ha suscitato l’interesse del pubblico: 50 mila utenti registrati e la segnalazione da parte di Apple come app consigliata. Il progetto si chiama Situa, è a cavallo tra social network, sharing economy e lifestyle e permette agli utenti di trovare, nella propria città e in maniera geolocalizzata, tutte le feste in casa ospitate dagli altri utenti dell’applicazione. Ogni evento è profilato secondo categoria, genere musicale, “festometro”, descrizione e immagini della location.
Queste caratteristiche permettono di conoscere altre persone con gli stessi interessi e gli stessi intenti per la serata. Oltre a questo, ogni volta che viene creato un nuovo evento, gli utenti in zona possono esser avvisati tramite una notifica. Le Situa sono strutturate con opportuni meccanismi che permettono di tutelare la privacy e le strutture degli organizzatori. Tra questi, ci sono l’approvazione selettiva dei partecipanti (basandosi sui profili social e sul sistema di feedback integrato) e le impostazioni di visibilità dell’evento, indirizzo, contatti. Su Situa sono già stati creati centinaia di Eventi in tutte le regioni e qualche evento anche in Spagna, Germania, Svizzera e Albania.
La tecnologia per avvicinare le persone
«Siamo molto soddisfatti di questo primo traguardo – spiega Diego Banovaz, CEO di Situa – la cosa per noi di alto valore è l’utilizzo che stanno facendo gli utenti della piattaforma: vediamo ogni giorno eventi creati su misura dagli organizzatori come serate cinema, nerd o feste a temi molto particolari.
Questo per noi è fondamentale per dare ai nostri utenti un’offerta unica in piattaforma e per dar loro la possibilità di conoscere persone affini. Attualmente stiamo lavorando sul progetto nei ritagli di tempo – continua Diego – ora stiamo cercando un seed che ci permetta di dedicarci al 100% a Situa e farlo scalare quanto prima anche a livello internazionale.
Crediamo davvero che il nostro progetto possa essere un modo di utilizzare la tecnologia per avvicinare le persone ed un efficace strumento per far incontrare persone che hanno gli stessi interessi e passioni».
FONTE: Alessio Nisi per startupitalia.eu
A Milano c’è un’app per organizzare (e partecipare) alle feste nelle case private
Si chiama ComeHome! ed è nata da un’idea di quattro giovani studenti: la piattaforma ha già una community di 3.500 persone, e punta a raggiungere le 30 mila entro fine anno.
Una festa in casa aperta a tutti, a tutti coloro che hanno fatto la prenotazione su Internet. È questa l’idea che sta alla base di ComeHome!, la piattaforma digitale nata a Milano che permette agli utenti iscritti di ospitare, condividere e partecipare ad eventi in casa propria, oppure altrui. «Il sistema è molto semplice», racconta Daniele Chierchia, giovane ingegnere gestionale, nonché uno dei quattro fondatori di questo progetto, «perché all’interno della piattaforma ogni utente può creare il suo format personale di evento aggiungendovi una descrizione e il numero di posti disponibili.
Quello che facciamo noi è solo dare la possibilità a persone con interessi simili di conoscersi partecipando alla stessa serata».
Come funziona
Una sorta di Airbnb – portale scelto, non a caso, come punto di riferimento nel settore dell’hosting per lo sviluppo futuro di ComeHome! – dell’happening che oltre alla casa mette a disposizione del cliente cene, live music, ma anche mostre d’arte e corsi di yoga, e che al momento conta su una community di 3.500 persone in forte crescita. L’obiettivo ora è raggiungere quota 30 mila iscritti a Milano entro la fine del 2017 per poi allargarsi progressivamente ad altre città italiane e, magari, anche europee. Ma per un tale sviluppo servono gli investitori giusti, disposti a credere nel progetto senza cercare di stravolgerlo.
E infatti ComeHome!, in tal senso, si sta già guardando attorno. «Stiamo valutando le offerte di alcuni finanziatori dal momento che per ora il nostro piano di business non ci permette di crescere come vorremmo», prosegue Daniele. «La piattaforma prende un piccolo contributo (circa 2 euro) per ogni partecipante agli eventi, ma per invogliare i nostri utenti ad organizzarne sempre di più adesso stiamo collaborando con altre startup per inserire diversi servizi accessori che semplifichino la vita degli host… Con Easyfeel (altro progetto milanese), ad esempio, chi organizza un evento il giorno dopo può avere le pulizie di casa gratuite». Il problema principale resta ancora quello della fiducia: temendo danni o furti, infatti, non tutti sono disposti ad ospitare in casa propria degli sconosciuti.
Una festa in casa aperta a tutti, a tutti coloro che hanno fatto la prenotazione su Internet. È questa l’idea che sta alla base di ComeHome!, la piattaforma digitale nata a Milano che permette agli utenti iscritti di ospitare, condividere e partecipare ad eventi in casa propria, oppure altrui. «Il sistema è molto semplice», racconta Daniele Chierchia, giovane ingegnere gestionale, nonché uno dei quattro fondatori di questo progetto, «perché all’interno della piattaforma ogni utente può creare il suo format personale di evento aggiungendovi una descrizione e il numero di posti disponibili.
Quello che facciamo noi è solo dare la possibilità a persone con interessi simili di conoscersi partecipando alla stessa serata».
Come funziona
Una sorta di Airbnb – portale scelto, non a caso, come punto di riferimento nel settore dell’hosting per lo sviluppo futuro di ComeHome! – dell’happening che oltre alla casa mette a disposizione del cliente cene, live music, ma anche mostre d’arte e corsi di yoga, e che al momento conta su una community di 3.500 persone in forte crescita. L’obiettivo ora è raggiungere quota 30 mila iscritti a Milano entro la fine del 2017 per poi allargarsi progressivamente ad altre città italiane e, magari, anche europee. Ma per un tale sviluppo servono gli investitori giusti, disposti a credere nel progetto senza cercare di stravolgerlo.
Una startup ha creato un super cioccolato biologico senza zucchero
iQ Chocolate è libero da tutti i 14 allergeni generalmente presenti nelle barrette comuni, ed è a basso indice glicemico. La dolcezza del cioccolato viene dal nettare del fiore di cocco.
Quante volte abbiamo avuto voglia di cioccolato ma abbiamo resistito alla tentazione per paura di ingrassare? E’ ormai opinione comune che si tratti di un ingrediente poco indicato per la linea. La verità, però, è che la fava di cacao, di per sé, è uno cibi più nutritivi che esistano: il problema è il modo in cui viene trattato. Lo sanno bene le fondatrici di iQ Chocolate, una startup del Regno Unito che ha creato la prima barretta di cioccolato completamente biologica.
La tavoletta con basso indice glicemico
La rivoluzione alimentare che ha preso piede già da diversi anni ha visto crescere un interesse sempre più grande su ciò che mettiamo sulle nostre tavole. Mai come ora siamo consapevoli di mangiare o meno le cose giuste. Questo non significa però che dobbiamo rinunciare ai piccoli peccati di gola. iQ Chocolate ha creato il cioccolato biologico “dal seme alla tavoletta”.
La produzione è libera da tutti i 14 allergeni (tra cui noci, glutine, frumento e soia) ed è a basso indice glicemico, il che significa che previene livelli alti di glucosio. La dolcezza del cioccolato viene dal nettare del fiore di cocco, di per sé un “super alimento” particolarmente ricco di potassio, magnesio, zinco e ferro; una fonte deliziosamente naturale delle vitamine B1, B2, B3, B6 e C. È anche molto ricco di altri minerali ed enzimi che aiutano un lento assorbimento nel flusso sanguigno, ideale per i diabetici di tipo 1 e 2. iQ Chocolate ha creato un prodotto antiossidante, assolutamente delizioso, in una varietà di sapori vivaci. Si può finalmente mangiare del cioccolato senza sensi di colpa.
Un super alimento che è anche buono
Le fondatrici Kate e Jane raccontano che si può mangiare il cibo preferito ed essere in buona salute. iQ Chocolate ha deciso di mantenere i benefici per la salute della fava di cacao al suo stato naturale, esaltandone il gusto con una ricetta che regala un ottimo sapore. Le fondatrici si sono avvalse dell’arte e della scienza di lavorazione del cioccolato dal seme nei modi tradizionali, verificando i risultati passo dopo passo.
Con l’aiuto del Rowett Institute of Nutrition and Health alla Aberdeen University, Kate e Jane hanno provato e testato i vari semi. Questi rigorosi test sono andati avanti per qualche tempo. Il problema si è creato una volta che l’azienda ha trovato una formula e messo sul mercato il prodotto, convinta che i clienti fossero soddisfatti delle proprietà e, soprattutto, del gusto. Purtroppo non è stato così, il mercato non ha risposto come ci si aspettava. Kate e Jane hanno finito per mettere in comune i propri fondi per iniziare il processo di produzione da sole. Dopo aver cambiato ricetta e testato di nuovo il prodotto, hanno ottenuto il sigillo di approvazione dallo chef Mark Greenaway. La sua approvazione ha fatto decollare gli affari.
Quando iQ Chocolate è arrivato sugli scaffali del Whole Foods Market di Edimburgo e di Glasgow, la società ha ottenuto due stelle nelle Great Taste Awards. Ora la domanda di questo tipo di cioccolato è in enorme crescita anche nel mondo sportivo, ma non solo: il suo potenziale di rallentamento del declino cognitivo in età avanzata sta attirando fasce sempre più ampie di clientela. iQ Chocolate oggi viene esportato in 13 paesi, ma i piani di Kate e Jane sono di espandere ancora di più il proprio business.
Fonte: Lucia Lorenzini per startupitalia.eu
Quante volte abbiamo avuto voglia di cioccolato ma abbiamo resistito alla tentazione per paura di ingrassare? E’ ormai opinione comune che si tratti di un ingrediente poco indicato per la linea. La verità, però, è che la fava di cacao, di per sé, è uno cibi più nutritivi che esistano: il problema è il modo in cui viene trattato. Lo sanno bene le fondatrici di iQ Chocolate, una startup del Regno Unito che ha creato la prima barretta di cioccolato completamente biologica.
La tavoletta con basso indice glicemico
La rivoluzione alimentare che ha preso piede già da diversi anni ha visto crescere un interesse sempre più grande su ciò che mettiamo sulle nostre tavole. Mai come ora siamo consapevoli di mangiare o meno le cose giuste. Questo non significa però che dobbiamo rinunciare ai piccoli peccati di gola. iQ Chocolate ha creato il cioccolato biologico “dal seme alla tavoletta”.
La produzione è libera da tutti i 14 allergeni (tra cui noci, glutine, frumento e soia) ed è a basso indice glicemico, il che significa che previene livelli alti di glucosio. La dolcezza del cioccolato viene dal nettare del fiore di cocco, di per sé un “super alimento” particolarmente ricco di potassio, magnesio, zinco e ferro; una fonte deliziosamente naturale delle vitamine B1, B2, B3, B6 e C. È anche molto ricco di altri minerali ed enzimi che aiutano un lento assorbimento nel flusso sanguigno, ideale per i diabetici di tipo 1 e 2. iQ Chocolate ha creato un prodotto antiossidante, assolutamente delizioso, in una varietà di sapori vivaci. Si può finalmente mangiare del cioccolato senza sensi di colpa.
Un super alimento che è anche buono
Le fondatrici Kate e Jane raccontano che si può mangiare il cibo preferito ed essere in buona salute. iQ Chocolate ha deciso di mantenere i benefici per la salute della fava di cacao al suo stato naturale, esaltandone il gusto con una ricetta che regala un ottimo sapore. Le fondatrici si sono avvalse dell’arte e della scienza di lavorazione del cioccolato dal seme nei modi tradizionali, verificando i risultati passo dopo passo.
Con l’aiuto del Rowett Institute of Nutrition and Health alla Aberdeen University, Kate e Jane hanno provato e testato i vari semi. Questi rigorosi test sono andati avanti per qualche tempo. Il problema si è creato una volta che l’azienda ha trovato una formula e messo sul mercato il prodotto, convinta che i clienti fossero soddisfatti delle proprietà e, soprattutto, del gusto. Purtroppo non è stato così, il mercato non ha risposto come ci si aspettava. Kate e Jane hanno finito per mettere in comune i propri fondi per iniziare il processo di produzione da sole. Dopo aver cambiato ricetta e testato di nuovo il prodotto, hanno ottenuto il sigillo di approvazione dallo chef Mark Greenaway. La sua approvazione ha fatto decollare gli affari.
Quando iQ Chocolate è arrivato sugli scaffali del Whole Foods Market di Edimburgo e di Glasgow, la società ha ottenuto due stelle nelle Great Taste Awards. Ora la domanda di questo tipo di cioccolato è in enorme crescita anche nel mondo sportivo, ma non solo: il suo potenziale di rallentamento del declino cognitivo in età avanzata sta attirando fasce sempre più ampie di clientela. iQ Chocolate oggi viene esportato in 13 paesi, ma i piani di Kate e Jane sono di espandere ancora di più il proprio business.
Fonte: Lucia Lorenzini per startupitalia.eu
martedì 28 marzo 2017
Una startup ha realizzato la casa che si stampa in 3D in un giorno e con 10 mila dollari
La Apis Cor ha stampato una casa di 38 metri quadri in Russia, con un braccio-robot che ha finito il lavoro in 24 ore.
Il do-it-yourself all’ennesima potenza è sintetizzato in una casa da 40 metri quadri che chiunque può costruire con le proprie mani, in un solo giorno. Per metter su una casetta di queste dimensioni, un amante di bricolage impiegherebbe almeno un paio di mesi, e spenderebbe parecchi soldi in materiali. Ma una startup di San Francisco ha resto l’impresa molto più facile ed economica: la Apis Cor ha costruito in Russia, a Stupino, a sud di Mosca, una casa di circa 38 metri quadrati in un solo giorno di tempo e spendendo 10.134 dollari in materiali. Niente travi e martelli però: lo ha fatto usando una enorme stampante 3D.
Una casa stampata
La casa è rotonda, e questo ha certamente agevolato le tempistiche: la stampante 3D era stata programmata apposta dalla Apis Cor per produrre una abitazione circolare. Filando uno strato di cemento dopo l’altro, il robot ha dato forma all’abitazione, alla cui costruzione ha collaborato un’azienda edile russa, la PIK Group. Le pareti sono state stampate come un doppio strato: tra lo strato esterno e quello interno la stampante ha lasciato uno spazio, che la startup ha riempito con alcuni materiali di rinforzo per isolare la struttura e renderla più resistente. Una volta realizzata la struttura, sono state aggiunti vetri alle finestre e varie finiture, fino a una accesa vernice gialla esterna.
Spazi organizzati
All’interno c’è una piccola divisione tra la cucina e il soggiorno che può fungere anche come camera, mentre all’esterno c’è anche un piccolo patio coperto davanti alla porta d’ingresso. I materiali per fondamenta, muri, isolamento e finiture sono costati intorno ai 10 mila dollari, dice la startup, secondo la quale una casa con le stesse dimensioni ma di forma quadrata costerebbe anche meno. “Si può fare di ogni forma – si legge dal sito della startup – questa tecnologia non ha restrizioni in quanto a design, bisogna tener conto solo delle leggi della fisica, per il resto c’è solo un gran potenziale nel settore delle soluzioni architettoniche”. Nel video di seguito si può vedere il processo di costruzione della casa.
fonte Carlotta Balena per thenexttech.startupitalia.eu
Il do-it-yourself all’ennesima potenza è sintetizzato in una casa da 40 metri quadri che chiunque può costruire con le proprie mani, in un solo giorno. Per metter su una casetta di queste dimensioni, un amante di bricolage impiegherebbe almeno un paio di mesi, e spenderebbe parecchi soldi in materiali. Ma una startup di San Francisco ha resto l’impresa molto più facile ed economica: la Apis Cor ha costruito in Russia, a Stupino, a sud di Mosca, una casa di circa 38 metri quadrati in un solo giorno di tempo e spendendo 10.134 dollari in materiali. Niente travi e martelli però: lo ha fatto usando una enorme stampante 3D.
Una casa stampata
La casa è rotonda, e questo ha certamente agevolato le tempistiche: la stampante 3D era stata programmata apposta dalla Apis Cor per produrre una abitazione circolare. Filando uno strato di cemento dopo l’altro, il robot ha dato forma all’abitazione, alla cui costruzione ha collaborato un’azienda edile russa, la PIK Group. Le pareti sono state stampate come un doppio strato: tra lo strato esterno e quello interno la stampante ha lasciato uno spazio, che la startup ha riempito con alcuni materiali di rinforzo per isolare la struttura e renderla più resistente. Una volta realizzata la struttura, sono state aggiunti vetri alle finestre e varie finiture, fino a una accesa vernice gialla esterna.
Spazi organizzati
All’interno c’è una piccola divisione tra la cucina e il soggiorno che può fungere anche come camera, mentre all’esterno c’è anche un piccolo patio coperto davanti alla porta d’ingresso. I materiali per fondamenta, muri, isolamento e finiture sono costati intorno ai 10 mila dollari, dice la startup, secondo la quale una casa con le stesse dimensioni ma di forma quadrata costerebbe anche meno. “Si può fare di ogni forma – si legge dal sito della startup – questa tecnologia non ha restrizioni in quanto a design, bisogna tener conto solo delle leggi della fisica, per il resto c’è solo un gran potenziale nel settore delle soluzioni architettoniche”. Nel video di seguito si può vedere il processo di costruzione della casa.
fonte Carlotta Balena per thenexttech.startupitalia.eu
Come avviare una startup senza soldi, o quasi
Il business non è roba per ricchi. Sono tanti i casi di chi ce l’ha fatta partendo da zero. Per questo se hai un’idea e vuoi metterti in gioco, non pensare che i soldi siano un ostacolo insormontabile: «La mancanza di capitale non può impedirti di realizzare i tuoi sogni» spiega Entrepreneur. La rivista di business americana offre qualche consiglio per chi vuole aprire un’azienda pieno di idee ed entusiasmo, ma ha solo pochi “spiccioli” per iniziare.
1. Chiediti perché hai bisogno di soldi
Per cominciare capisci bene quali sono i reali bisogni del tuo progetto. Chiaro, ogni business ha esigenze diverse. Ma è importante sapere per quali “voci” ti servono soldi e se esistono per ognuna dei metodi alternativi per finanziarti. Vediamo quali potrebbero essere le voci da coprire:
Licenze e permessi. Qui i costi sono variabili e dipendono dalla nazione in cui vuoi lanciare il tuo business.
Forniture. Hai bisogno di materie prime? Computer o altri dispositivi?
Attrezzatura. Ti servono macchine speciali o software?
Uffici. Questa è una voce che può comportare grosse spese. Non dimenticare di inserire i costi di Internet e altre utenze.
Registrazioni, sottoscrizioni. Hai bisogno di registrarti o abbonarti a qualche servizio? Considera anche questo nei costi.
Spese operative. Qui scava a fondo e inserisci tutte le spese operative come per esempio quelle legate al marketing.
Costi legali. Hai bisogno di consultare un avvocato durante lo sviluppo del tuo business?
Impiegati e freelance. Non puoi fare tutto da solo, avrai persone a libro paga.
Ciò premesso ora hai due strade da percorrere per lanciare un business con pochi soldi: 1) Abbassare i tuoi costi o aumentare il capitale disponibile con il supporto di fonti esterne. Ecco come fare.
Prima opzione: riduci i tuoi bisogni
La prima cosa che puoi fare è cambiare il tuo modello di business, riducendo i tuoi bisogni rispetto a quelli che abbiamo messo nella lista. Inizia dalle fondamenta. Parti da casa, non hai bisogno di un ufficio subito, usa collaboratori esterni (vantaggiose per te e per loro). Pensa ai cambi merce nel caso in cui tu abbia bisogno di materie prime che non puoi permetterti o di consulenza (legale, marketing).
Seconda opzione: Bootstrapping
È un po’ l’idea del warm-up, una fase di riscaldamento del tuo business nella quale parti con poco, solo con le basi. Potresti, per esempio, lanciare un blog, una pagina su Facebook, un servizio di nicchia, riducendo il tuo pubblico e i tuoi obiettivi. E una volta che hai realizzato i primi ricavi, reinvestirli e far crescere il business. Alcune delle regole del bootstrapping: 1) Fai ciò che sai fare, occupati cioè di un campo che conosci perfettamente. 2) Parla della tua idea con tutti, manda email, usa i social network. 3) Risparmia su tutto, a partire dai biglietti da visita. E usa tool free online, quando possibile.
Terza opzione: Outsource
Anche riducendo al massimo i bisogni e utilizzando le tecniche del bootstrapping, arriverà un momento in cui ti serviranno soldi per fare un passo in avanti o il grande salto. Sarebbe stupido negarlo. Vediamo quali sono i modi con cui un business può trovare finanziamenti esterni.
Amici e familiari. Le persone vicine a te sono le prime che devono sostenerti. Trattali alla stregua di investitori, offri loro dei benefit.
Angel investor. Se ci segui saprai bene chi sono. Persone con tanti soldi, imprenditori, manager, che credono in nuove idee ed investono personalmente. Cerca nella tua rubrica telefonica. Se non ne conosci neanche una, è ora di fare un networking serio!
Venture capitalist. Puoi rivolgerti a loro solo se hai già qualcosa in mano, un progetto in parte avviato e un pubblico specifico, anche se in scala molto ridotta.
Crowdfunding. I vantaggi di cercare soldi su una piattaforma di raccolta fondi sono tantissimi e ormai già tanti startupper iniziano da lì. Fare un’analisi del mercato, trovare i primi consumatori, promuoversi e ovviamente trovare soldi per una prima produzione.
Prestiti e aiuti governativi. Spesso vi abbiamo parlato del fondo per progetti innovativi di Invitalia per progetti innovativi, l’Agenzia nazionale per l’attrazione di investimenti e lo sviluppo di impresa. Leggi qui…
Le banche. Sempre più istituti di credito hanno avviato programmi di accelerazione e finanziamento.
Sono tutte strade più complesse, ce ne rendiamo conto. Ma anche più belle. Alla fine quello che conta più di tutto è la tua determinazione. Se sei davvero convinto della tua idea di business sono pochi gli ostacoli che non riuscirai a superare. Anche senza soldi.
1. Chiediti perché hai bisogno di soldi
Per cominciare capisci bene quali sono i reali bisogni del tuo progetto. Chiaro, ogni business ha esigenze diverse. Ma è importante sapere per quali “voci” ti servono soldi e se esistono per ognuna dei metodi alternativi per finanziarti. Vediamo quali potrebbero essere le voci da coprire:
Licenze e permessi. Qui i costi sono variabili e dipendono dalla nazione in cui vuoi lanciare il tuo business.
Forniture. Hai bisogno di materie prime? Computer o altri dispositivi?
Attrezzatura. Ti servono macchine speciali o software?
Uffici. Questa è una voce che può comportare grosse spese. Non dimenticare di inserire i costi di Internet e altre utenze.
Registrazioni, sottoscrizioni. Hai bisogno di registrarti o abbonarti a qualche servizio? Considera anche questo nei costi.
Spese operative. Qui scava a fondo e inserisci tutte le spese operative come per esempio quelle legate al marketing.
Costi legali. Hai bisogno di consultare un avvocato durante lo sviluppo del tuo business?
Impiegati e freelance. Non puoi fare tutto da solo, avrai persone a libro paga.
Ciò premesso ora hai due strade da percorrere per lanciare un business con pochi soldi: 1) Abbassare i tuoi costi o aumentare il capitale disponibile con il supporto di fonti esterne. Ecco come fare.
Prima opzione: riduci i tuoi bisogni
La prima cosa che puoi fare è cambiare il tuo modello di business, riducendo i tuoi bisogni rispetto a quelli che abbiamo messo nella lista. Inizia dalle fondamenta. Parti da casa, non hai bisogno di un ufficio subito, usa collaboratori esterni (vantaggiose per te e per loro). Pensa ai cambi merce nel caso in cui tu abbia bisogno di materie prime che non puoi permetterti o di consulenza (legale, marketing).
Seconda opzione: Bootstrapping
È un po’ l’idea del warm-up, una fase di riscaldamento del tuo business nella quale parti con poco, solo con le basi. Potresti, per esempio, lanciare un blog, una pagina su Facebook, un servizio di nicchia, riducendo il tuo pubblico e i tuoi obiettivi. E una volta che hai realizzato i primi ricavi, reinvestirli e far crescere il business. Alcune delle regole del bootstrapping: 1) Fai ciò che sai fare, occupati cioè di un campo che conosci perfettamente. 2) Parla della tua idea con tutti, manda email, usa i social network. 3) Risparmia su tutto, a partire dai biglietti da visita. E usa tool free online, quando possibile.
Terza opzione: Outsource
Anche riducendo al massimo i bisogni e utilizzando le tecniche del bootstrapping, arriverà un momento in cui ti serviranno soldi per fare un passo in avanti o il grande salto. Sarebbe stupido negarlo. Vediamo quali sono i modi con cui un business può trovare finanziamenti esterni.
Amici e familiari. Le persone vicine a te sono le prime che devono sostenerti. Trattali alla stregua di investitori, offri loro dei benefit.
Angel investor. Se ci segui saprai bene chi sono. Persone con tanti soldi, imprenditori, manager, che credono in nuove idee ed investono personalmente. Cerca nella tua rubrica telefonica. Se non ne conosci neanche una, è ora di fare un networking serio!
Venture capitalist. Puoi rivolgerti a loro solo se hai già qualcosa in mano, un progetto in parte avviato e un pubblico specifico, anche se in scala molto ridotta.
Crowdfunding. I vantaggi di cercare soldi su una piattaforma di raccolta fondi sono tantissimi e ormai già tanti startupper iniziano da lì. Fare un’analisi del mercato, trovare i primi consumatori, promuoversi e ovviamente trovare soldi per una prima produzione.
Prestiti e aiuti governativi. Spesso vi abbiamo parlato del fondo per progetti innovativi di Invitalia per progetti innovativi, l’Agenzia nazionale per l’attrazione di investimenti e lo sviluppo di impresa. Leggi qui…
Le banche. Sempre più istituti di credito hanno avviato programmi di accelerazione e finanziamento.
Sono tutte strade più complesse, ce ne rendiamo conto. Ma anche più belle. Alla fine quello che conta più di tutto è la tua determinazione. Se sei davvero convinto della tua idea di business sono pochi gli ostacoli che non riuscirai a superare. Anche senza soldi.
fonte STARTUPITALIA.EU
lunedì 27 marzo 2017
22 idee di startup in cui gli investitori metterebbero subito i loro soldi
Difficile poter prevedere quale idea di startup possa attrarre investitori. Difficile, ma non impossibile. A proporre un elenco di settori di maggiore interesse in questo periodo ci ha pensato Paul Graham cofounder di Y Combinator in un post apparso su Founders And Founders. 22 settori in espansione, (negli Usa, ma non solo) dove maggiormente si sono concentrati (o si prevede si concentreranno) gli interessi degli investitori. Alcuni prevedibili, altri meno. Ecco un’infografica e l’elenco.
1 Energia Meno costa, più aumenta la qualità della vita. Ogni idea in grado di abbassarne il prezzo e l’accesso è in sé rivoluzionaria. La stessa cosa vale per chi ha in mente processi per estrarne da nuove fonti. Energia solare, biocombustibili, vento o nuove come le sperimentazioni sul Jatropha, un arbusto perenne e velenoso, più noto come Barbados nut, o l’energia geotermica. Non un caso che Enel abbia fatto un premio dedicato a questo settore, che si è appena celebrato a Roma.
2 Intelligenza artificiale E’ tanto rivoluzionaria quanto al giorno d’oggi sotto i riflettori. Fa paura, a volte senza motivo. Ad oggi non ci sono state svolte epocali, ma quello che può interessare non sono singole macchine o robot con intelligenza artificiale. Piuttosto applicazioni pratiche, prodotti che possano incrementale la creatività artificiale, il ragionamento, programmi che possano incrementare questo negli uomini.
3 Robots Sono già applicati nella produzione di beni, ma anche nella difesa. Ma pochi, pochissimi sono destinati ai consumatori. La vera rivoluzione in questo settore potrebbe arrivare da applicazioni pratiche di questi robot per allargarne l’uso al grande pubblico.
4 Biotech Le promesse sono di renderci per sempre giovani e liberi da ogni malattia. E, pare, ci siamo quasi. Il completamento del progetto “Genoma Umano” cominciato nel 1990 e concluso nel 2003 ha aperto una prateria ai possibili “aggiustamenti” dei geni. Ci sono implicazioni morali, ovvio, e una startup in grado di lavorare sui fronti della ricerca e dell’etica potrebbe davvero essere rivoluzionaria.
5 Healthcare Costi altissimi. E nono solo negli Usa, dove la sfida delle startup a minimizzare i costi è uno dei temi di più alto interesse, ma ovunque. Le startup in grado di abbassare i costi dell’assicurazione medica, o addirittura creare un sistema di prevenzione nel sistema medico ha un potenziale di scalabilità altissima.
6 Farmacia Medicine prodotte più velocemente, e con costi inferiori. Farmaci preventivi, e farmaci in grado di migliorare lo stato di salute di una persona dopo una malattia sono in questo momento le sfide più interessanti.
7 Cibo e Acqua tra il 1940 e il 1960 Nomran Boralug ha condotto la Rivoluzione Verde che ha salvato un miliardo di persone dalla fame, in particolare dopo la seconda Guerra mondiale. Nuovi usi di pesticidi, erbicidi, e fertilizzanti insieme all’ingegneria genetica in grado di aumentare la produzione di cibo su vasta scala sono terreni di grande interesse e in grande espansione. Il concetto da affrontare è quello di scarsità. Con l’aumento esponenziale delle persone sulla terra il cibo e l’acqua saranno sempre più una risorsa scarsa. Una startup in grado di scoprire nuove fonti di alimentazioni, o ottimizzare il consumo e lo spreco di cibo, potrebbe salvare milioni di vite. La stessa cosa vale per l’acqua. La desalinizzazione dell’acqua del mare potrebbe essere la nuova frontiera. Anzi gli investitori assicurano. Lo è.
8 Education Dare la possibilità agli studenti di conoscere quali sono le materie più vicine ai propri interessi, i migliori professori, i migliori istituti e aiutarli a garantirsi la formazione più idonea a se stesso aiuterebbe a creare una popolazione più intelligente. Preparata. E felice. Sebbene possa sembrare difficile valutare un’insegnante, si potrebbe controllare la sua valutazione online. Le startup dell’education potrebbero valutare idee in questo settore, soluzioni possibili.
9 Internet (infrastrutture) Internet è vulnerabile. Si sa. Per via dei Governi impiccioni, di disastri ambientali, di hackers. Soluzioni che possano potenziare la rete, renderla più sicura, e scoprire nuovi modi per rendere più efficiente l’immagazzinamento e la la sicurezza dei dati sono altamente ricercate.
10 Governi I Governi sono i clienti migliori (forse un po’ meno in Italia). I loro software sono generalmente obsoleti e fatti male. E potrebbero essere fatti sicuramente meglio da startup del settore che sappiano trovare soluzioni alla comunicazione interna e alla gestione dei dati.
11 Realtà virtuale e aumentata Sembra che siano tra noi ma non lo sono. Realtà virtuale e realtà aumentata spaventano ancora un po’ e sono lontane dall’uso della gente comune. Una startup che possa rendere più accessibili queste tecnologie, che sappia renderle un po’ meno spaventevoli è una di quelle in cui varrebbe la pena investire.
12 Scienza Solo università e grandi aziende sono in grado oggi di affrontare ricerche complesse su settori specifici. Ma non sono sempre efficienti. Perché non potrebbero esserci laboratori indipendenti? In Italia, ad esempio, lo ha fatto TesPharma.
13 Trasporti Niente è come la vita del pendolare. E anche se le ricerche, e gli scenari immaginati per il futuro, lasciano intendere che la figura del pendolare non diventerà obsoleta (insomma, si continuerà a spostarsi per recarsi nei posti di lavoro) l’unica cosa che si può chiedere a chi abbia idee disruptive è di trovare soluzioni per migliorare la difficile vita dei pendolari. Renderla più confortevole. Veicoli piccoli e intelligenti, condotti a energia pulita per esempio.
14 Lavoro Non è uno slogan da House of Cards ma una necessità. Molti lavori saranno rimpiazzati nei prossimi anni da Robot e computer. Questo non vorrà dire che gli umani saranno una popolazione di disoccupati. Bisognerà scoprire nuove professionalità. Qualcuno dovrà costruirli questi robot. E qualcuno dovrà educare e formare le persone ai lavori del futuro.
15 Programmazione La formazione alla programmazione di software è cambiata pochissimo negli ultimi 20 anni. C’è una barriera molto alta nell’accesso alla programmazione, che non è per tutti. Nuovi strumenti di programmazione e di insegnamento alla programmazione sono fortemente agognati dagli esperti.
16 Televisione 2.0 I nuovi talenti oramai non vengono più scoperti da agenti di talent scouting. Questo è palese. Youtube è il vero talent scout della nostra epoca. E lì le nuove celebrità interagiscono direttamente coi propri fan. Una startup in grado di scoprire nuovi talenti su Youtube?
17 Diversità Ci sono popoli che hanno vissuto ai confini della storia e dello sviluppo economico. Vuol dire che questo sarà per sempre? No. Tutto cambia. E programmi in grado di portare lì l’ecosistema sociale ed economico in grado di aiutare queste etnie ad uscire dall’ombra saranno la chiave per il futuro.
18 Paesi in via di sviluppo Direttamente collegato al punto 17. Molti servizi non sono raggiungibili in paesi in via di sviluppo a causa di problemi infrastrutturali, non a causa di scarsità della domanda. Una startup che possa ottimizzare i processi di consegna, import e export di beni e servizi può essere la soluzione.
19 Software per aziende I software per aziende sono rimasti spesso un po’ arretrati rispetto a quelli per utenti normali. E si apre una prateria per le startup. Ad esempio: Ci sono delle ragioni specifiche per dover mandare ancora mail o fax per essere pagati dalle catene della grande distribuzione?
20 Fintech A meno che tu non sia particolarmente ricco, un servizio finanziario che ti aiuti a crescere il tuo portafogli sarebbe particolarmente utile. Banale, ma non troppo. Perché non esistono. Una startup in grado di trovare nuovi modi per investire i soldi di un cliente con un portafogli investimenti non enorme è quello che cercano gli investitori in startup. Soluzioni per i piccoli portafogli investimenti.
21 Telecomunicazioni A parte Skype e Whatsapp, ci sono idee troppo rivoluzionarie che ci consentano di parlare e comunicare a distanza. Comunicare può e deve diventare sempre più facile e veloce, con un utilizzo più efficiente della banda larga. E possibilimente, senza troppe pubblicità. Idee?
22 Migliorare la vita Ultimo, ma forse il più importante. E generico. Migliorare la vita di tutti i giorni. Dalla fintess all’organizzazione della propria vita, della propria agenda. Soluzioni pratiche per migliorare il tempo libero, quello speso al lavoro. Applicazioni, software, programmi sono i benvenuti.
1 Energia Meno costa, più aumenta la qualità della vita. Ogni idea in grado di abbassarne il prezzo e l’accesso è in sé rivoluzionaria. La stessa cosa vale per chi ha in mente processi per estrarne da nuove fonti. Energia solare, biocombustibili, vento o nuove come le sperimentazioni sul Jatropha, un arbusto perenne e velenoso, più noto come Barbados nut, o l’energia geotermica. Non un caso che Enel abbia fatto un premio dedicato a questo settore, che si è appena celebrato a Roma.
2 Intelligenza artificiale E’ tanto rivoluzionaria quanto al giorno d’oggi sotto i riflettori. Fa paura, a volte senza motivo. Ad oggi non ci sono state svolte epocali, ma quello che può interessare non sono singole macchine o robot con intelligenza artificiale. Piuttosto applicazioni pratiche, prodotti che possano incrementale la creatività artificiale, il ragionamento, programmi che possano incrementare questo negli uomini.
3 Robots Sono già applicati nella produzione di beni, ma anche nella difesa. Ma pochi, pochissimi sono destinati ai consumatori. La vera rivoluzione in questo settore potrebbe arrivare da applicazioni pratiche di questi robot per allargarne l’uso al grande pubblico.
4 Biotech Le promesse sono di renderci per sempre giovani e liberi da ogni malattia. E, pare, ci siamo quasi. Il completamento del progetto “Genoma Umano” cominciato nel 1990 e concluso nel 2003 ha aperto una prateria ai possibili “aggiustamenti” dei geni. Ci sono implicazioni morali, ovvio, e una startup in grado di lavorare sui fronti della ricerca e dell’etica potrebbe davvero essere rivoluzionaria.
5 Healthcare Costi altissimi. E nono solo negli Usa, dove la sfida delle startup a minimizzare i costi è uno dei temi di più alto interesse, ma ovunque. Le startup in grado di abbassare i costi dell’assicurazione medica, o addirittura creare un sistema di prevenzione nel sistema medico ha un potenziale di scalabilità altissima.
6 Farmacia Medicine prodotte più velocemente, e con costi inferiori. Farmaci preventivi, e farmaci in grado di migliorare lo stato di salute di una persona dopo una malattia sono in questo momento le sfide più interessanti.
7 Cibo e Acqua tra il 1940 e il 1960 Nomran Boralug ha condotto la Rivoluzione Verde che ha salvato un miliardo di persone dalla fame, in particolare dopo la seconda Guerra mondiale. Nuovi usi di pesticidi, erbicidi, e fertilizzanti insieme all’ingegneria genetica in grado di aumentare la produzione di cibo su vasta scala sono terreni di grande interesse e in grande espansione. Il concetto da affrontare è quello di scarsità. Con l’aumento esponenziale delle persone sulla terra il cibo e l’acqua saranno sempre più una risorsa scarsa. Una startup in grado di scoprire nuove fonti di alimentazioni, o ottimizzare il consumo e lo spreco di cibo, potrebbe salvare milioni di vite. La stessa cosa vale per l’acqua. La desalinizzazione dell’acqua del mare potrebbe essere la nuova frontiera. Anzi gli investitori assicurano. Lo è.
8 Education Dare la possibilità agli studenti di conoscere quali sono le materie più vicine ai propri interessi, i migliori professori, i migliori istituti e aiutarli a garantirsi la formazione più idonea a se stesso aiuterebbe a creare una popolazione più intelligente. Preparata. E felice. Sebbene possa sembrare difficile valutare un’insegnante, si potrebbe controllare la sua valutazione online. Le startup dell’education potrebbero valutare idee in questo settore, soluzioni possibili.
9 Internet (infrastrutture) Internet è vulnerabile. Si sa. Per via dei Governi impiccioni, di disastri ambientali, di hackers. Soluzioni che possano potenziare la rete, renderla più sicura, e scoprire nuovi modi per rendere più efficiente l’immagazzinamento e la la sicurezza dei dati sono altamente ricercate.
10 Governi I Governi sono i clienti migliori (forse un po’ meno in Italia). I loro software sono generalmente obsoleti e fatti male. E potrebbero essere fatti sicuramente meglio da startup del settore che sappiano trovare soluzioni alla comunicazione interna e alla gestione dei dati.
11 Realtà virtuale e aumentata Sembra che siano tra noi ma non lo sono. Realtà virtuale e realtà aumentata spaventano ancora un po’ e sono lontane dall’uso della gente comune. Una startup che possa rendere più accessibili queste tecnologie, che sappia renderle un po’ meno spaventevoli è una di quelle in cui varrebbe la pena investire.
12 Scienza Solo università e grandi aziende sono in grado oggi di affrontare ricerche complesse su settori specifici. Ma non sono sempre efficienti. Perché non potrebbero esserci laboratori indipendenti? In Italia, ad esempio, lo ha fatto TesPharma.
13 Trasporti Niente è come la vita del pendolare. E anche se le ricerche, e gli scenari immaginati per il futuro, lasciano intendere che la figura del pendolare non diventerà obsoleta (insomma, si continuerà a spostarsi per recarsi nei posti di lavoro) l’unica cosa che si può chiedere a chi abbia idee disruptive è di trovare soluzioni per migliorare la difficile vita dei pendolari. Renderla più confortevole. Veicoli piccoli e intelligenti, condotti a energia pulita per esempio.
14 Lavoro Non è uno slogan da House of Cards ma una necessità. Molti lavori saranno rimpiazzati nei prossimi anni da Robot e computer. Questo non vorrà dire che gli umani saranno una popolazione di disoccupati. Bisognerà scoprire nuove professionalità. Qualcuno dovrà costruirli questi robot. E qualcuno dovrà educare e formare le persone ai lavori del futuro.
15 Programmazione La formazione alla programmazione di software è cambiata pochissimo negli ultimi 20 anni. C’è una barriera molto alta nell’accesso alla programmazione, che non è per tutti. Nuovi strumenti di programmazione e di insegnamento alla programmazione sono fortemente agognati dagli esperti.
16 Televisione 2.0 I nuovi talenti oramai non vengono più scoperti da agenti di talent scouting. Questo è palese. Youtube è il vero talent scout della nostra epoca. E lì le nuove celebrità interagiscono direttamente coi propri fan. Una startup in grado di scoprire nuovi talenti su Youtube?
17 Diversità Ci sono popoli che hanno vissuto ai confini della storia e dello sviluppo economico. Vuol dire che questo sarà per sempre? No. Tutto cambia. E programmi in grado di portare lì l’ecosistema sociale ed economico in grado di aiutare queste etnie ad uscire dall’ombra saranno la chiave per il futuro.
18 Paesi in via di sviluppo Direttamente collegato al punto 17. Molti servizi non sono raggiungibili in paesi in via di sviluppo a causa di problemi infrastrutturali, non a causa di scarsità della domanda. Una startup che possa ottimizzare i processi di consegna, import e export di beni e servizi può essere la soluzione.
19 Software per aziende I software per aziende sono rimasti spesso un po’ arretrati rispetto a quelli per utenti normali. E si apre una prateria per le startup. Ad esempio: Ci sono delle ragioni specifiche per dover mandare ancora mail o fax per essere pagati dalle catene della grande distribuzione?
20 Fintech A meno che tu non sia particolarmente ricco, un servizio finanziario che ti aiuti a crescere il tuo portafogli sarebbe particolarmente utile. Banale, ma non troppo. Perché non esistono. Una startup in grado di trovare nuovi modi per investire i soldi di un cliente con un portafogli investimenti non enorme è quello che cercano gli investitori in startup. Soluzioni per i piccoli portafogli investimenti.
21 Telecomunicazioni A parte Skype e Whatsapp, ci sono idee troppo rivoluzionarie che ci consentano di parlare e comunicare a distanza. Comunicare può e deve diventare sempre più facile e veloce, con un utilizzo più efficiente della banda larga. E possibilimente, senza troppe pubblicità. Idee?
22 Migliorare la vita Ultimo, ma forse il più importante. E generico. Migliorare la vita di tutti i giorni. Dalla fintess all’organizzazione della propria vita, della propria agenda. Soluzioni pratiche per migliorare il tempo libero, quello speso al lavoro. Applicazioni, software, programmi sono i benvenuti.
Fonte startupitalia.eu
mercoledì 22 marzo 2017
VOTA ANCHE TU IL MIGLIOR PROGETTO DI START UP
Il percorso PEGASO PERFORMANCE JUNIOR intende sostenere la migliore idea di start-up realizzata dagli studenti delle scuole superiori coinvolte in tutta la Sicilia.
Una commissione composta da imprenditori nazionali e siciliani valuterà le 5 migliori idee proposte premiando la migliore con un finanziamento.
Per scegliere le migliori 5 start-up chiediamo il tuo contributo! ti chiediamo di iscriverti alla piattaforma PEGASO PERFORMANCE JUNIOR per esprimere il tuo voto alla proposta di start-up che ritieni più meritevole e sostenibile.
Una volta iscritto ti verrà inviata una mail quando tutte le scuole coinvolte avranno messo online le loro idee progettuali. Accederai ad un form-online che ti permetterà di esprimere un solo voto per il tuo progetto di start-up preferito.
Intanto sul sito www.pegasoperformance.it potrai seguire passo passo il percorso che gli studenti delle scuole superiori della Sicilia stanno facendo con i formatori dell'Università Telematica Pegaso, per proporre le loro idee di start up. Troverai informazioni e notizie sul mondo delle start-up ma sopratutto, nel menù a destra, potrai già vedere le prime idee di start-up proposte dai ragazzi (sezione "I Progetti di Impresa PEGASO PERFORMANCE"), che, giorno dopo giorno, prenderanno forma.
Ecco il modulo di iscrizione, grazie per il tuo contributo, basteranno pochi secondi:
Una commissione composta da imprenditori nazionali e siciliani valuterà le 5 migliori idee proposte premiando la migliore con un finanziamento.
Per scegliere le migliori 5 start-up chiediamo il tuo contributo! ti chiediamo di iscriverti alla piattaforma PEGASO PERFORMANCE JUNIOR per esprimere il tuo voto alla proposta di start-up che ritieni più meritevole e sostenibile.
Una volta iscritto ti verrà inviata una mail quando tutte le scuole coinvolte avranno messo online le loro idee progettuali. Accederai ad un form-online che ti permetterà di esprimere un solo voto per il tuo progetto di start-up preferito.
Intanto sul sito www.pegasoperformance.it potrai seguire passo passo il percorso che gli studenti delle scuole superiori della Sicilia stanno facendo con i formatori dell'Università Telematica Pegaso, per proporre le loro idee di start up. Troverai informazioni e notizie sul mondo delle start-up ma sopratutto, nel menù a destra, potrai già vedere le prime idee di start-up proposte dai ragazzi (sezione "I Progetti di Impresa PEGASO PERFORMANCE"), che, giorno dopo giorno, prenderanno forma.
Ecco il modulo di iscrizione, grazie per il tuo contributo, basteranno pochi secondi:
domenica 19 marzo 2017
Palermo, in un bene confiscato nasce la Casa della cooperazione
Uno spazio di co-working recuperato dal Ciss grazie ad un progetto di Fondazione con il Sud, in cui saranno promosse iniziative culturali, sociali e legate all'economia solidale. Cipolla (Ciss): "Un punto di riferimento culturale e di sensibilizzazione sociale aperto a tutti".
PALERMO - Un nuovo spazio restituito alla città per promuovere attività ed iniziative sociali e culturali. Si tratta della Casa della Cooperazione: un progetto di valorizzazione di un bene confiscato alla mafia che da oltre 22 anni era in stato di abbandono, recuperato dal Ciss (Cooperazione Internazionale Sud Sud) grazie al progetto finanziato da Fondazione con il Sud. Si trova in via Ponte di Mare nella borgata periferica marinata di Sant'Erasmo a Palermo ed è anche un nuovo Circolo Arci aperto alla cittadinanza. L'inaugurazione della struttura è avvenuta ieri mattina con la partecipazione del presidente del Ciss Sergio Cipolla, il presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo e l'assessore comunale alla partecipazione Giusto Catania. Il Ciss, dopo un lavoro complesso di due anni, ha recuperato l'immobile che versava in un grave stato di degrado grazie all'assegnazione dello spazio da parte del comune di Palermo. L'obiettivo è quello di renderlo attivo assieme ad un partenariato di progetto grazie al sostegno della Fondazione con il Sud.
La Casa della Cooperazione sarà anche un incubatore di piccole start up per donne e giovani, basate sulla piccola imprenditorialità sociale alternativa e sui bisogni e le potenzialità reali espresse dal territorio di riferimento, partendo da 3 imprese pilota: Nauti.lab, Trashware e Mamme di giorno. La Casa sarà un luogo in cui promuovere cultura, arte, pratiche di sviluppo condivise e partecipative, pratiche di cooperazione e solidarietà. All’interno dello spazio saranno promosse, infatti, iniziative culturali e sociali e sarà promosso il ruolo dell’economia solidale nel creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. Oltre ad avviare al suo interno iniziative economiche che ne garantiranno la sostenibilità, affiancherà start up di imprese solidali, sosterrà esempi concreti di un modello di sviluppo alternativo e libero dalle mafie. "L'idea è quella di aprire un centro che vuole essere un punto di riferimento culturale e di sensibilizzazione sociale aperto in primo luogo al quartiere ma anche a tutti i cittadini che lo vogliano utilizzare - spiega Sergio Cipolla presidente del Ciss -. Abbiamo scoperto che storicamente la struttra doveva essere uno dei vecchi magazzini della tonnara di Sant'Erasmo poi caduta in mano alla criminalità organizzata. Il progetto prevede prima di tutto una collaborazione con le scuole vicine e in secondo luogo l'incentivazione di tre piccole imprenditorialità locali che sono 'Mamme di giorno' un servizio di assistenza ai bambini, un impresa legata alla produzione di barche economiche e un'altra realtà che si occuperà di recuperare gli scarti elettronici. Già a partire dalla settimana prossima inizieremo tutte le nostre attività". "Questo bene confiscato oltre ad assumere un valore simbolico straordinario - ha detto l'assessore Giusto Catania - avrà il pregio di essere aperto a tutti. Apprezziamo molto questa scelta del Ciss perché rientra anche nel nostro percorso più ampio legato proprio al recupero e alla piena valorizzazione di questa parte della città".
"Si tratta di un progetto ben riuscito - sottolinea il presidente di Fondazione con il sud Carlo Borgomeo - , sappiamo che il lavoro di recupero dell'immobile è stato molto complesso. Quando si raggiungono questi risultati non possiamo che essere grati di quello che adesso riuscirete a portare avanti. Questo è solo l'inizio di un percorso di sostenibilità che porterà la gente a valorizzare sempre di più questo luogo. Per rafforzare l'identità culturale e la coesione sociale crediamo molto nel recupero dei beni confiscati. Tutto ciò è molto importante perché riteniamo che serva soprattutto a creare comunità innescando quel processo di cambiamento culturale che parte proprio dalla restituzione dei diritti negati alla collettività. Questi progetti offrendo nuove opportunità di crescita, sicuramente mettono un tassello significativo nella lotta alla disuguaglianza sociale". All'interno della Casa della Cooperazione saranno fruibili uno spazio culturale polifunzionale, un Cafè Letterario e Solidale con prodotti a filiera corta ed equo e solidali, un centro di documentazione con oltre 4500 testi cartacei e multimediali; un’aula formativa sull’imprenditoria solidale e uno sportello di consulenze e servizi alla cittadinanza – incubatore di impresa solidale; uno sportello informativo su scambi giovanili e programmi di mobilità internazionale; uno spazio espositivo e un palcoscenico per performance artistico-culturali; uno spazio disponibile per seminari e incontri. Nello svolgimento di tutte queste attività il Ciss sarà coadiuvato con l'Apa (Accademia Psicologia Applicata), Al Janub, Yam srl per le barche eco-sostenibili e l’Associazione Casa dei Bimbi. Inoltre, due istituti tecnici del quartiere hanno aderito al progetto con entusiasmo, considerandolo un’importante risorsa per i propri studenti e insegnanti: l’Istituto Tecnico industriale A. Volta e l’Istituto Nautico Gioeni Trabia. (set)
© Copyright Redattore Sociale
PALERMO - Un nuovo spazio restituito alla città per promuovere attività ed iniziative sociali e culturali. Si tratta della Casa della Cooperazione: un progetto di valorizzazione di un bene confiscato alla mafia che da oltre 22 anni era in stato di abbandono, recuperato dal Ciss (Cooperazione Internazionale Sud Sud) grazie al progetto finanziato da Fondazione con il Sud. Si trova in via Ponte di Mare nella borgata periferica marinata di Sant'Erasmo a Palermo ed è anche un nuovo Circolo Arci aperto alla cittadinanza. L'inaugurazione della struttura è avvenuta ieri mattina con la partecipazione del presidente del Ciss Sergio Cipolla, il presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo e l'assessore comunale alla partecipazione Giusto Catania. Il Ciss, dopo un lavoro complesso di due anni, ha recuperato l'immobile che versava in un grave stato di degrado grazie all'assegnazione dello spazio da parte del comune di Palermo. L'obiettivo è quello di renderlo attivo assieme ad un partenariato di progetto grazie al sostegno della Fondazione con il Sud.
La Casa della Cooperazione sarà anche un incubatore di piccole start up per donne e giovani, basate sulla piccola imprenditorialità sociale alternativa e sui bisogni e le potenzialità reali espresse dal territorio di riferimento, partendo da 3 imprese pilota: Nauti.lab, Trashware e Mamme di giorno. La Casa sarà un luogo in cui promuovere cultura, arte, pratiche di sviluppo condivise e partecipative, pratiche di cooperazione e solidarietà. All’interno dello spazio saranno promosse, infatti, iniziative culturali e sociali e sarà promosso il ruolo dell’economia solidale nel creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. Oltre ad avviare al suo interno iniziative economiche che ne garantiranno la sostenibilità, affiancherà start up di imprese solidali, sosterrà esempi concreti di un modello di sviluppo alternativo e libero dalle mafie. "L'idea è quella di aprire un centro che vuole essere un punto di riferimento culturale e di sensibilizzazione sociale aperto in primo luogo al quartiere ma anche a tutti i cittadini che lo vogliano utilizzare - spiega Sergio Cipolla presidente del Ciss -. Abbiamo scoperto che storicamente la struttra doveva essere uno dei vecchi magazzini della tonnara di Sant'Erasmo poi caduta in mano alla criminalità organizzata. Il progetto prevede prima di tutto una collaborazione con le scuole vicine e in secondo luogo l'incentivazione di tre piccole imprenditorialità locali che sono 'Mamme di giorno' un servizio di assistenza ai bambini, un impresa legata alla produzione di barche economiche e un'altra realtà che si occuperà di recuperare gli scarti elettronici. Già a partire dalla settimana prossima inizieremo tutte le nostre attività". "Questo bene confiscato oltre ad assumere un valore simbolico straordinario - ha detto l'assessore Giusto Catania - avrà il pregio di essere aperto a tutti. Apprezziamo molto questa scelta del Ciss perché rientra anche nel nostro percorso più ampio legato proprio al recupero e alla piena valorizzazione di questa parte della città".
"Si tratta di un progetto ben riuscito - sottolinea il presidente di Fondazione con il sud Carlo Borgomeo - , sappiamo che il lavoro di recupero dell'immobile è stato molto complesso. Quando si raggiungono questi risultati non possiamo che essere grati di quello che adesso riuscirete a portare avanti. Questo è solo l'inizio di un percorso di sostenibilità che porterà la gente a valorizzare sempre di più questo luogo. Per rafforzare l'identità culturale e la coesione sociale crediamo molto nel recupero dei beni confiscati. Tutto ciò è molto importante perché riteniamo che serva soprattutto a creare comunità innescando quel processo di cambiamento culturale che parte proprio dalla restituzione dei diritti negati alla collettività. Questi progetti offrendo nuove opportunità di crescita, sicuramente mettono un tassello significativo nella lotta alla disuguaglianza sociale". All'interno della Casa della Cooperazione saranno fruibili uno spazio culturale polifunzionale, un Cafè Letterario e Solidale con prodotti a filiera corta ed equo e solidali, un centro di documentazione con oltre 4500 testi cartacei e multimediali; un’aula formativa sull’imprenditoria solidale e uno sportello di consulenze e servizi alla cittadinanza – incubatore di impresa solidale; uno sportello informativo su scambi giovanili e programmi di mobilità internazionale; uno spazio espositivo e un palcoscenico per performance artistico-culturali; uno spazio disponibile per seminari e incontri. Nello svolgimento di tutte queste attività il Ciss sarà coadiuvato con l'Apa (Accademia Psicologia Applicata), Al Janub, Yam srl per le barche eco-sostenibili e l’Associazione Casa dei Bimbi. Inoltre, due istituti tecnici del quartiere hanno aderito al progetto con entusiasmo, considerandolo un’importante risorsa per i propri studenti e insegnanti: l’Istituto Tecnico industriale A. Volta e l’Istituto Nautico Gioeni Trabia. (set)
© Copyright Redattore Sociale
venerdì 17 marzo 2017
Dall'idea all'impresa: a Termini Imerese si parla di imprenditoria giovanile
Lo scorso 16 febbraio 2017, presso l'Aula Consiliare del Comune di Termini Imerese, si è tenuto un incontro con più di 500 giovani delle scuole superiori per parlare del nuovo libro di Danilo Iervolino, presidente dell'Università Telematica Pegaso. E' stata una grande occasione per presentare il progetto PEGASO PERFORMANCE Junior, che proprio da Termini Imerse, lo scorso 13 febbraio, è iniziato presso l'Istituto Superiore "STENIO". Si tratta di un percorso formativo con i giovani studenti della Sicilia, che ha come obiettivo quello di stimolare la creatività e il talento mettendo in contatto il mondo della scuola con quello del lavoro. I ragazzi infatti, nel percorso Pegaso Performance, elaboreranno, grazie anche al confronto con realtà imprenditoriali siciliane e nazionali, con il supporto dello staff Pegaso, delle START UP che verranno valutate da un'apposita commissione che ne selezionerà una che sarà finanziata proprio dall'Università Telematica Pegaso.
All'incontro hanno partecipato , fra gli altri, il Responsabile Nazionale Sedi d'Esame Unipegaso, Calogero Di Carlo; la Dirigente Scolastica dell'Istituto "Stenio" di Termini Imerse Maria Bellavia; la Responsabile Orientamento dell'Istituto "Stenio" di Termini Imerese, Maria Versaci.
All'incontro hanno partecipato , fra gli altri, il Responsabile Nazionale Sedi d'Esame Unipegaso, Calogero Di Carlo; la Dirigente Scolastica dell'Istituto "Stenio" di Termini Imerse Maria Bellavia; la Responsabile Orientamento dell'Istituto "Stenio" di Termini Imerese, Maria Versaci.
ecco il video della giornata
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