“Così Enlabs diventa anche incubatore”. Sarebbe un buon titolo di riserva, se non fosse che dietro l’operazione Android Factory 4.0 vi è molto di più.
Il senso di un’incubazione fatta velocemente e bene
Vi è di più perché dietro, oltre a LVenture, c’è un nome pesante della digital economy globale: Google. Vi è di più perché è frutto di un challenge verticale su una delle grandi scommesse italiane (soprattutto di governo) dei prossimi anni, ovvero quello dell’Industry 4.0.
Vi è di più perché le 10 startup e idee d’impresa selezionate in giro per l’Italia (5 le tappe del roadshow di scouting e oltre 200 le candidature) non sono solo state formate e portate al “Gran Finale” di fronte a investitori, corporate e addetti ai lavori (molti i founders di altre startup presenti in sala): queste 10 nuove aziende italiane sono già oltre un Mvp, molte di loro, quasi tutte, hanno già stretto partnership per andare subito sul mercato, per iniziare a fatturare, a vendere i propri prodotti.
Prodotti che, manco a dirlo, sono stati pensati per essere Android-first, ovvero sviluppate intorno al sistema operativo aperto di casa Google. E se manterranno quanto promettono nei loro pitch, c’è qualche startup di cui sentiremo parlare a lungo.
Il senso di un’incubazione fatta velocemente e bene
Vi è di più perché dietro, oltre a LVenture, c’è un nome pesante della digital economy globale: Google. Vi è di più perché è frutto di un challenge verticale su una delle grandi scommesse italiane (soprattutto di governo) dei prossimi anni, ovvero quello dell’Industry 4.0.
Vi è di più perché le 10 startup e idee d’impresa selezionate in giro per l’Italia (5 le tappe del roadshow di scouting e oltre 200 le candidature) non sono solo state formate e portate al “Gran Finale” di fronte a investitori, corporate e addetti ai lavori (molti i founders di altre startup presenti in sala): queste 10 nuove aziende italiane sono già oltre un Mvp, molte di loro, quasi tutte, hanno già stretto partnership per andare subito sul mercato, per iniziare a fatturare, a vendere i propri prodotti.
Prodotti che, manco a dirlo, sono stati pensati per essere Android-first, ovvero sviluppate intorno al sistema operativo aperto di casa Google. E se manterranno quanto promettono nei loro pitch, c’è qualche startup di cui sentiremo parlare a lungo.
Le 10 startup “made in (Google) Italy”
Le 10 startup che hanno presentato i propri progetti durante il Gran Finale a Roma (ieri, 11 aprile) operano in diversi ambiti dell’Industria 4.0 tra cui IoT, Smart Home e AgriTech e sono:
1. Beeing, che opera nel settore dell’apicoltura e ha creato strumenti che permettono di salvaguardare le api monitorandone gli spostamenti e lo stato di salute da remoto con l’app e di allevare il proprio sciame in città;
2. BiTrack, dispositivo per ottimizzare la gestione e l’utilizzo di risorse industriali, minimizzando la perdita e il degrado dei materiali, a basso consumo energetico, facile da utilizzare e accessibile da remoto tramite un’app;
3. BXTAR, che si occupa della sicurezza del ciclista urbano e ha sviluppato un sistema di segnalazione luminosa che comunica con l’app e modula la luminosità in base alla pericolosità della strada;
4. ElectricianCS, app che assiste gli operatori negli interventi sugli impianti elettrici/domotici mostrando zone di passaggio dei fili e di intervento, analizzando rapidamente le reti con l’Intelligenza Artificiale, individuando guasti e fornendo indicazioni in Realtà Aumentata;
5. In Time Link, che connette gestori di distributori automatici e clienti tramite un’app che permette di ricevere promozioni e notifiche su nuovi prodotti e variazioni di prezzo, effettuare acquisti, richiedere supporto, cercare prodotti e pagare;
6. Neeot, dispositivo per la raccolta e l’analisi in tempo reale di dati in un’area di interesse che garantisce una copertura di decine di chilometri con un’infrastruttura minima, a basso consumo e facile da istallare, fornisce indicazioni utili e attiva automazioni con l’intelligenza artificiale;
7. Pako, una cassetta postale innovativa che permette di ricevere e inviare la posta anche quando non è presente nessuno, aprendosi attraverso un pin che l’utente inserisce con i dati di spedizione quando effettua acquisti online, mantenendo altissimi standard di sicurezza;
8. PoWaHome, dispositivo che può essere inserito in autonomia nelle cassette dell’impianto elettrico esistente per aggiungere funzionalità smart a interruttori, prese, avvolgibili e sistemi di oscuramento motorizzati e permette il controllo da remoto tramite app;
9. Revotree, che ottimizza la gestione e i consumi nell’irrigazione monitorando parametri ambientali, dati e previsioni meteo e elaborando predizioni e tendenze con l’intelligenza artificiale. Si integra con impianti già presenti e permette il controllo via app;
10. Serially, piattaforma che raccoglie news sulle serie tv selezionate dalle più importanti fonti del web e permette agli utenti di ricevere segnalazioni personalizzate tramite l’app e ai produttori e distributori di serie tv di presentare in maniera coinvolgente e diretta le novità.
Di queste 10 startup 7 (Beeing, Bitrack, BXTAR, In Time Link, Neeot, Powahome e Revotree) sono state ammesse al “Selection Day” di Luiss Enlabs, l’evento in cui saranno selezionate le startup che parteciperanno al prossimo programma di accelerazione di Luiss Enlabs.
Coppola (Enlabs): «nel mondo finanziata solo 1 startup ogni 100»
Anchorman del demo day di queste 10 startup debuttanti è stato il direttore del programma di accelerazione di Enlabs, Augusto Coppola, che nel suo speech introduttivo ha ricordato la differenza (sostanziale) tra acceleratori e incubatori, con una metafora: «L’incubatore è quel posto dove l’uovo diventa pulcino, l’acceleratore è dove il pulcino viene riempito di vitamine e portato a diventare polletto». Il problema vero, però, secondo Coppola è che le startup alle prime armi non riescono ad attrarre investimenti perché, molto spesso, non riescono a farsi “comprendere” dagli investitori. Anche per questo «in tutto il mondo la quantità di progetti e startup finanziate è dell’1,5 per cento», ha detto il direttore di Enlabs.
Certo è che a Coppola e al suo team va dato atto di aver selezionato prodotti di grande qualità. Magari non tutte sono startup destinate all’exit, ma sicuramente a fatturare, attrarre nuovi clienti (non solo in Italia ma in tutto il mondo) divenire presto delle Pmi innovative.
Ciulli (Google Italia): «puntiamo sull’Industria 4.0»
Ma fatturare e attrarre nuovi clienti è prima di tutto un mind-set. Un concetto reso molto bene da Diego Ciulli, Public Policy Manager di Google Italia, il quale rivolgendosi alle startup presenti durante il suo speech ha ripreso una metafora da lui già utilizzata durante le 5 tappe del roadshow di selezione: «pensate come se foste delle micro-multinazionali». «C’è un Paese che può stare nell’onda dell’innovazione giusta», ha continuato il manager Google. «E quell’onda in questo momento per l’Italia è l’Industry 4.0».
Fonte Aldo Pecora per startupitalia.eu
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