giovedì 22 giugno 2017

Startup senza interlocutori, le imprese chiedono un canale di dialogo

Le startup vogliono un canale di comunicazione per dialogare con il legislatore. Il Parlamento rivendica il ruolo di regolatore: la richiesta arriva da Soundreef e Flixbus alla fine di un incontro tenuto a Luiss Enlabs, acceleratore romano di startup, e nella stessa occasione il presidente della commissione Bilancio della Camera Vincenzo Boccia ha rivendicato le funzioni del legislatore. I fondatori delle due imprese innovative hanno chiesto ufficialmente al ministero dello Sviluppo economico di "creare un organismo di tutela per le imprese innovative per interagire con lo Stato e le istituzioni in modo trasparente e regolamentato".

Sfida a Siae

Soundreef, società fondata da Davide d'Atri, è nota per aver sfidato il monopolio Siae nella gestione del diritto d'autore chiedendo la liberalizzazione del mercato.
Un emendamento frena Flixbus

Flixbus è stata limitata nella sua operatività dalla manovra dello scorso maggio, che le impedirà dal prossimo ottobre di offrire servizi di linea perché non possiede autobus di proprietà. Due casi che raccontano come società con business alternativi a quelli tradizionali abbiano trovato difficoltà ad operare in Italia, nonostante abbiano creato migliaia di posti di lavoro. E le difficoltà in questi casi, come in quello più famoso di Uber o della startup degli architetti Cocontest, arrivano da un freno voluto dal legislatore per tutelare gli interessi delle società che già operano sul mercato. "Negli ultimi anni - ha detto Davide d'Atri, amministratore delegato di Soundreef - società innovative come Soundreef e Flixbus hanno rivoluzionato i rispettivi settori di appartenenza, incontrando però contesti normativi sorpassati e inadeguati. Vogliamo costruire un dialogo costante con le istituzioni perché il nostro contributo in termini economici possa spingere la crescita stessa dell'intero Paese". Fabio Maccione, responsabile public affairs di FlixBus Italia ha da parte sua sottolineato che "se da un lato il legislatore dichiara di voler supportare e dare impulso al mondo delle startup e dell'imprenditoria giovanile, dall'altro lato sembra resistere al cambiamento, non fornisce adeguati strumenti legislativi, non aiuta gli imprenditori e blocca i processi innovativi del Paese".

Le due startup hanno avuto il supporto del rapper Fedez, primo fra i grandi cantanti a lasciare la Siae per affidare la gestione dei suoi diritti d'autore a Soundreef. "Mi sono esposto una volta e subito dopo hanno fatto due interrogazioni parlamentari accusandomi di vilipendio al capo dello Stato e di incitazione alla rivolta di piazza", ha premesso Fedez, che ha voluto comunque ribadire la sua volontà di impegnarsi a lottare "per un cambiamento e contro il mantenimento di posizioni di privilegio. La rivoluzione digitale - ha detto - è già in atto e anche la politica non potrà fermarne la forza dirompente".

Le prerogative del Parlamento


Vincenzo Boccia, Pd presidente della commissione Bilancio della Camera risponde nella stessa occasione che "Il mio dovere di legislatore è cercare di regolare il mercato in maniera tale che nessuno soffra dai cambiamenti portati dalle nuove tecnologie, come abbiamo fatto per il settore dei trasporti". Un emendamento della manovrina approvata lo scorso maggio di fatto impedirà all'azienda di operare nel settore dei trasporti su strada annullandone le licenze. "Io sono dalla parte di Flixbus e dell'innovazione", ha detto Boccia, "ma l'autorizzazione a operare come concorrente e ottenere delle licenze è qualcosa che deve decidere il Parlamento e non un tecnico del ministero dei Trasporti che dà le licenze. Con questo non voglio dire che Flixbus ha ricevuto dei favori dal ministero, ma questo è un settore su cui deve decidere il Parlamento". Boccia difende il provvedimento dicendo che il compito del legislatore oggi che "non c'è più differenza tra economia reale e economia digitale" è evitare che il digitale spazzi via interi settori dell'economia tradizionale aggirando alle leggi di un paese. L'accusa di Maccione però è diversa: "Noi siamo arrivati in Italia dopo aver letto e studiato la normativa, non abbiamo imposto il nostro modello in Italia ma abbiamo cambiato il nostro business modellandolo sulla normativa italiana. La vostra risposta invece è stata cambiare la normativa".

FONTE: agi.it 

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