Visualizzazione post con etichetta App. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta App. Mostra tutti i post

martedì 18 aprile 2017

La startup (supportata da I3P) che mette in movimento pacchi e oggetti. Take My Things

Francesco Demichelis e Guido Balbis,
rispettivamente founder e co-founder di TakeMyThings
Francesco Demichelis e Guido Balbis hanno sviluppato un servizio di Social Transport dedicato agli oggetti. La piattaforma di trasporto condiviso ruota attorno ad un’app gratuita.

Take My Things è un startup che ha sviluppato una piattaforma per mettere in contatto domanda e offerta, chi deve trasportare un pacco e chi è disposto a farlo, e trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Take My Things ruota intorno ad un’app gratuita. Per usufruire del servizio basta inserire l’oggetto, l’indirizzo di presa e di consegna, la data e l’ora massima per la consegna, la cifra che si è disposti a pagare. Take My Things incrocia i dati, creando una rete in grado di soddisfare le esigenze di trasporto. Take My Things si è costituita come società a febbraio 2015, il lancio dell’applicazione è avvenuto a gennaio 2016. Dall’autunno del 2015 sono supportati da I3P, l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino. Secondo i dati forniti da Take My Things, finora sono stati oltre 1.000 pacchi messi in movimento. Il team di Take My Things è composto da Guido Balbis, esperto di marketing e co-founder, Walter Chialva, esperto di sistemi IT, Pennella Fabio, che si occupa di marketing. E dal founder Francesco Demichelis. Proprio a Francesco StartupItalia! ha chiesto di entrare nel dettaglio del progetto.

Di cosa si occupa la startup?

«Take My Things è una piattaforma per il trasporto condiviso di oggetti (dai pacchi, ai documenti, fino alle chiavi). E’ un servizio veloce ed economico perché utilizza gli spostamenti che fanno i nostri utenti nella vita di tutti i giorni. E’ il primo delivery network».

Come è nata l’idea?

«Era il 31 dicembre 2014. Parto da Saluzzo per andare a passare la notte di Capodanno a Sanremo, sono le 15, arrivo a destinazione e ho dimenticato a Saluzzo le chiavi della casa al mare. Istintivamente cerco lo smartphone e mi chiedo “ci sarà un’app che possa mettermi in contatto con quelli che stanno partendo ora da Saluzzo o dintorni e che mi possano portare le chiavi in tempo per la serata?”. No, putroppo non c’era».



Come si è sviluppata la startup?

«Abbiamo costituito la società a febbraio 2015 e commissionato lo sviluppo del software a marzo 2015. A ottobre 2015 l’app era già negli store principali. Il 2016 poi lo abbiamo dedicato alla raccolta di utenti (a oggi circa 6/7000) presenti su Torino e quest’anno stiamo replicando su Milano l’esperienza fatta su Torino».

Come si sostiene la startup e quanto fattura?

«Fino ad oggi la startup si è sostenuta con i finanziamenti dei soci. A breve abbiamo in programma una campagna di crowdfunding. A oggi il servizio è gratuito e non si prevede fatturazione. Si inizierà a prevedere una fee sulle transazioni dal 2018».


Rapporti con le grandi aziende e partnership.

Abbiamo stretto accordi con alcuni partner, tra i quali Migastone (Società di servizi per le PMI) e Mercury By Bike (startup di piccoli trasporti last-mile son cargo bike in Torino).

I prossimi passi

«Procederemo nei prossimi 12 mesi e espandere il servizio a Milano, Perugia, Chieti, Teramo, l’Aquila».

Fonte: Alessio Nisi per Startupputalia.eu

giovedì 30 marzo 2017

SITUA:La startup delle feste in casa

Diego Banovaz, CEO di Situa
Divise per generi, festometro e location, Situa, permette agli utenti di trovare, nella propria città e in maniera geolocalizzata, tutte le feste in casa ospitate dagli altri utenti dell’applicazione.

E’ un progetto partito il 21 gennaio 2017, che in pochi mesi di attività ha suscitato l’interesse del pubblico: 50 mila utenti registrati e la segnalazione da parte di Apple come app consigliata. Il progetto si chiama Situa, è a cavallo tra social network, sharing economy e lifestyle e permette agli utenti di trovare, nella propria città e in maniera geolocalizzata, tutte le feste in casa ospitate dagli altri utenti dell’applicazione. Ogni evento è profilato secondo categoria, genere musicale, “festometro”, descrizione e immagini della location.

Queste caratteristiche permettono di conoscere altre persone con gli stessi interessi e gli stessi intenti per la serata. Oltre a questo, ogni volta che viene creato un nuovo evento, gli utenti in zona possono esser avvisati tramite una notifica. Le Situa sono strutturate con opportuni meccanismi che permettono di tutelare la privacy e le strutture degli organizzatori. Tra questi, ci sono l’approvazione selettiva dei partecipanti (basandosi sui profili social e sul sistema di feedback integrato) e le impostazioni di visibilità dell’evento, indirizzo, contatti. Su Situa sono già stati creati centinaia di Eventi in tutte le regioni e qualche evento anche in Spagna, Germania, Svizzera e Albania.

La tecnologia per avvicinare le persone 
«Siamo molto soddisfatti di questo primo traguardo – spiega Diego Banovaz, CEO di Situa – la cosa per noi di alto valore è l’utilizzo che stanno facendo gli utenti della piattaforma: vediamo ogni giorno eventi creati su misura dagli organizzatori come serate cinema, nerd o feste a temi molto particolari.

Questo per noi è fondamentale per dare ai nostri utenti un’offerta unica in piattaforma e per dar loro la possibilità di conoscere persone affini. Attualmente stiamo lavorando sul progetto nei ritagli di tempo – continua Diego – ora stiamo cercando un seed che ci permetta di dedicarci al 100% a Situa e farlo scalare quanto prima anche a livello internazionale.

Crediamo davvero che il nostro progetto possa essere un modo di utilizzare la tecnologia per avvicinare le persone ed un efficace strumento per far incontrare persone che hanno gli stessi interessi e passioni».

FONTE: Alessio Nisi per startupitalia.eu

A Milano c’è un’app per organizzare (e partecipare) alle feste nelle case private

Si chiama ComeHome! ed è nata da un’idea di quattro giovani studenti: la piattaforma ha già una community di 3.500 persone, e punta a raggiungere le 30 mila entro fine anno.

Una festa in casa aperta a tutti, a tutti coloro che hanno fatto la prenotazione su Internet. È questa l’idea che sta alla base di ComeHome!, la piattaforma digitale nata a Milano che permette agli utenti iscritti di ospitare, condividere e partecipare ad eventi in casa propria, oppure altrui. «Il sistema è molto semplice», racconta Daniele Chierchia, giovane ingegnere gestionale, nonché uno dei quattro fondatori di questo progetto, «perché all’interno della piattaforma ogni utente può creare il suo format personale di evento aggiungendovi una descrizione e il numero di posti disponibili.

Quello che facciamo noi è solo dare la possibilità a persone con interessi simili di conoscersi partecipando alla stessa serata».

Come funziona 
Una sorta di Airbnb – portale scelto, non a caso, come punto di riferimento nel settore dell’hosting per lo sviluppo futuro di ComeHome! – dell’happening che oltre alla casa mette a disposizione del cliente cene, live music, ma anche mostre d’arte e corsi di yoga, e che al momento conta su una community di 3.500 persone in forte crescita. L’obiettivo ora è raggiungere quota 30 mila iscritti a Milano entro la fine del 2017 per poi allargarsi progressivamente ad altre città italiane e, magari, anche europee. Ma per un tale sviluppo servono gli investitori giusti, disposti a credere nel progetto senza cercare di stravolgerlo.

E infatti ComeHome!, in tal senso, si sta già guardando attorno. «Stiamo valutando le offerte di alcuni finanziatori dal momento che per ora il nostro piano di business non ci permette di crescere come vorremmo», prosegue Daniele. «La piattaforma prende un piccolo contributo (circa 2 euro) per ogni partecipante agli eventi, ma per invogliare i nostri utenti ad organizzarne sempre di più adesso stiamo collaborando con altre startup per inserire diversi servizi accessori che semplifichino la vita degli host… Con Easyfeel (altro progetto milanese), ad esempio, chi organizza un evento il giorno dopo può avere le pulizie di casa gratuite». Il problema principale resta ancora quello della fiducia: temendo danni o furti, infatti, non tutti sono disposti ad ospitare in casa propria degli sconosciuti.