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mercoledì 12 aprile 2017

Google ha scelto (e formato, con Enlabs) 10 startup italiane per l’Industry 4.0

Prima di essere intercettate da Google, fino a 4 mesi fa molte di queste startup neanche esistevano, alcuni founders avevano l’idea ma non il team, altri avevano idee «demenziali» (Coppola dixit) e poi sono state «raddrizzate». Sono 10, operano nell’IoT e nell’Agritech. E… altro che Mvp, alcune di loro sono già sul mercato

“Così Enlabs diventa anche incubatore”. Sarebbe un buon titolo di riserva, se non fosse che dietro l’operazione Android Factory 4.0 vi è molto di più.

Il senso di un’incubazione fatta velocemente e bene

Vi è di più perché dietro, oltre a LVenture, c’è un nome pesante della digital economy globale: Google. Vi è di più perché è frutto di un challenge verticale su una delle grandi scommesse italiane (soprattutto di governo) dei prossimi anni, ovvero quello dell’Industry 4.0.

Vi è di più perché le 10 startup e idee d’impresa selezionate in giro per l’Italia (5 le tappe del roadshow di scouting e oltre 200 le candidature) non sono solo state formate e portate al “Gran Finale” di fronte a investitori, corporate e addetti ai lavori (molti i founders di altre startup presenti in sala): queste 10 nuove aziende italiane sono già oltre un Mvp, molte di loro, quasi tutte, hanno già stretto partnership per andare subito sul mercato, per iniziare a fatturare, a vendere i propri prodotti.

Prodotti che, manco a dirlo, sono stati pensati per essere Android-first, ovvero sviluppate intorno al sistema operativo aperto di casa Google. E se manterranno quanto promettono nei loro pitch, c’è qualche startup di cui sentiremo parlare a lungo.

Le 10 startup “made in (Google) Italy”

Le 10 startup che hanno presentato i propri progetti durante il Gran Finale a Roma (ieri, 11 aprile) operano in diversi ambiti dell’Industria 4.0 tra cui IoT, Smart Home e AgriTech e sono:

1. Beeing, che opera nel settore dell’apicoltura e ha creato strumenti che permettono di salvaguardare le api monitorandone gli spostamenti e lo stato di salute da remoto con l’app e di allevare il proprio sciame in città;

2. BiTrack, dispositivo per ottimizzare la gestione e l’utilizzo di risorse industriali, minimizzando la perdita e il degrado dei materiali, a basso consumo energetico, facile da utilizzare e accessibile da remoto tramite un’app;

3. BXTAR, che si occupa della sicurezza del ciclista urbano e ha sviluppato un sistema di segnalazione luminosa che comunica con l’app e modula la luminosità in base alla pericolosità della strada;

4. ElectricianCS, app che assiste gli operatori negli interventi sugli impianti elettrici/domotici mostrando zone di passaggio dei fili e di intervento, analizzando rapidamente le reti con l’Intelligenza Artificiale, individuando guasti e fornendo indicazioni in Realtà Aumentata;

5. In Time Link, che connette gestori di distributori automatici e clienti tramite un’app che permette di ricevere promozioni e notifiche su nuovi prodotti e variazioni di prezzo, effettuare acquisti, richiedere supporto, cercare prodotti e pagare;

6. Neeot, dispositivo per la raccolta e l’analisi in tempo reale di dati in un’area di interesse che garantisce una copertura di decine di chilometri con un’infrastruttura minima, a basso consumo e facile da istallare, fornisce indicazioni utili e attiva automazioni con l’intelligenza artificiale;

7. Pako, una cassetta postale innovativa che permette di ricevere e inviare la posta anche quando non è presente nessuno, aprendosi attraverso un pin che l’utente inserisce con i dati di spedizione quando effettua acquisti online, mantenendo altissimi standard di sicurezza;

8. PoWaHome, dispositivo che può essere inserito in autonomia nelle cassette dell’impianto elettrico esistente per aggiungere funzionalità smart a interruttori, prese, avvolgibili e sistemi di oscuramento motorizzati e permette il controllo da remoto tramite app;

9. Revotree, che ottimizza la gestione e i consumi nell’irrigazione monitorando parametri ambientali, dati e previsioni meteo e elaborando predizioni e tendenze con l’intelligenza artificiale. Si integra con impianti già presenti e permette il controllo via app;

10. Serially, piattaforma che raccoglie news sulle serie tv selezionate dalle più importanti fonti del web e permette agli utenti di ricevere segnalazioni personalizzate tramite l’app e ai produttori e distributori di serie tv di presentare in maniera coinvolgente e diretta le novità.

Di queste 10 startup 7 (Beeing, Bitrack, BXTAR, In Time Link, Neeot, Powahome e Revotree) sono state ammesse al “Selection Day” di Luiss Enlabs, l’evento in cui saranno selezionate le startup che parteciperanno al prossimo programma di accelerazione di Luiss Enlabs.
Coppola (Enlabs): «nel mondo finanziata solo 1 startup ogni 100»

Anchorman del demo day di queste 10 startup debuttanti è stato il direttore del programma di accelerazione di Enlabs, Augusto Coppola, che nel suo speech introduttivo ha ricordato la differenza (sostanziale) tra acceleratori e incubatori, con una metafora: «L’incubatore è quel posto dove l’uovo diventa pulcino, l’acceleratore è dove il pulcino viene riempito di vitamine e portato a diventare polletto». Il problema vero, però, secondo Coppola è che le startup alle prime armi non riescono ad attrarre investimenti perché, molto spesso, non riescono a farsi “comprendere” dagli investitori. Anche per questo «in tutto il mondo la quantità di progetti e startup finanziate è dell’1,5 per cento», ha detto il direttore di Enlabs.

Certo è che a Coppola e al suo team va dato atto di aver selezionato prodotti di grande qualità. Magari non tutte sono startup destinate all’exit, ma sicuramente a fatturare, attrarre nuovi clienti (non solo in Italia ma in tutto il mondo) divenire presto delle Pmi innovative.
Ciulli (Google Italia): «puntiamo sull’Industria 4.0»

Ma fatturare e attrarre nuovi clienti è prima di tutto un mind-set. Un concetto reso molto bene da Diego Ciulli, Public Policy Manager di Google Italia, il quale rivolgendosi alle startup presenti durante il suo speech ha ripreso una metafora da lui già utilizzata durante le 5 tappe del roadshow di selezione: «pensate come se foste delle micro-multinazionali». «C’è un Paese che può stare nell’onda dell’innovazione giusta», ha continuato il manager Google. «E quell’onda in questo momento per l’Italia è l’Industry 4.0».

Fonte Aldo Pecora per startupitalia.eu

Come si fa il pitch perfetto

Presentarsi agli investitori oppure anche soltanto a un programma di accelerazione non è un gioco da ragazzi: non basta presentare un'idea. Ecco come dovrebbe essere il pitch perfetto per una startup

TORINO - Per chi vuole fare startup il pitch è uno dei primi scogli da superare. Il tempo scorre inesorabile, le lancette sull’orologio sembrano muoversi più velocemente di quanto accada nella normalità: lo startupper ha davvero pochissimo tempo (in linea di massima 3-4 minuti) per esporre la sua idea e fare in modo che risulti vincente. Ma come si fa il pitch perfetto?

Cos’è un pitch
Innanzitutto la parola pitch non è altro che la diminuzione della locuzione inglese «elevator pitch» ossia «lancio sull’ascensore», una locuzione che ben si addice alla natura incontaminata della startup. Sembra semplice, in fin dei conti è come dare un esame all’università davanti a una commissione, no? Non esattamente, perché, nell’elaborazione e presentazione di un pitch ci sono alcune fondamentali regole da seguire e che permettono di rendere la propria idea più appetibile a qualsiasi business angel o programma di accelerazione che sia intenzionato a prendervi sotto la sua ala.

Come si realizza il pitch perfetto
Si parte dal problema: l’abbiamo detto molte volte. E’ necessario portare all’attenzione di chi ascolta qual èl’effettiva esigenza che intendete risolvere e soprattutto, il numero più preciso possibile di persone che hanno quel problema e quindi quel bisogno. Il vostro mercato, infatti, sarà costituito potenzialmente proprio da queste persone. Il terzo step è costituito dall’idea e quindi dalla soluzione che avete trovato per risolvere quel determinato bisogno. In quarta battuta è necessario presentare nel dettaglio il processo di sviluppo dell’idea, cioè come intendete realizzare il vostro progetto e soprattutto in quanto tempo. Un pitch deve necessariamente indicare il modello di business che la startup intende seguire. Dovete far capire nel dettaglio come l’ipotetica impresa starà in piedi, quindi come produrrà il proprio guadagno. Non preoccupatevi di essere «umili», portate cifre precise e dati che validano il vostro modello di business. Chi vi dà dei soldi (o comunque un contributo di qualsiasi tipo) vuole sapere come e in quali quantità questi fondi potranno ritornagli indietro. Un altro tassello importantissimo di un pitch è il team: alcuni sostengono addirittura che, nella presentazione del progetto, l’informazione relativa alla componente umana della startup, persone e loro rispettivi ruoli, vada presentata ancor prima del modello di business e questo perché, come abbiamo detto più volte, l’incompletezza o lo smembramento del team è una delle principali cause di fallimento precoce di una startup. Prima di presentarvi a un pitch assicuratevi che la vostra squadra sia completa e che tutti i profili necessari siano ricoperti in modo adeguato.

Il vantaggio temporale e il capitale
Per rendere il vostro progetto appetibile dovete eliminare qualsiasi barriera d’ingresso. Questo tendenzialmente si traduce nel vantaggio temporale che la startup ha rispetto ad altre, ovvero quanto può essere veloce il processo di sviluppo dell’idea prima che qualcun altro arrivi a formulare un progetto analogo. A livello concreto si traduce in quanto tempo il team è in grado di produrre massa critica ed entrare sul mercato. Più è veloce il processo di sviluppo, più avete possibilità di aver successo. Un pitch può essere fatto sia per presentarsi a un programma di accelerazione sia per ottenete fondi. In quest’ultimo caso è necessario specificare non tanto quanti soldi servono, ma soprattutto per cosa servono. Molti startupper tendono a chiedere fondi per lo sviluppo dell’idea, mentre dovrebbero destinare una percentuale considerevole di questi fondi per attuare al meglio strategie di marketing. Non è un gioco da ragazzi, preparare il pitch perfetto è una cosa seria: va studiato e curato nei minimi dettagli. E soprattutto, dev’essere veloce: cercate di non superare mai i 3 minuti. Dimostrerete non solo capacità di sintesi, ma soprattutto di aver ben chiaro chi volete raggiungere e come.